pensieri.parole.fantasia: :. Il cuore di un Dio - mini storia parte 6 .:

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giovedì 22 agosto 2013

:. Il cuore di un Dio - mini storia parte 6 .:

Quella sera Alissa non riuscii a chiudere occhio. Aveva l'adrenalina che era ancora in circolo la faceva sussultare ogni volta che provava a rilassarsi. Certo che quella volta si era davvero spaventata. Arrancando e con gli occhi rossi dal sonno si alzò. Brian era allungato sul letto in mutande rosse a pallini bianchi, reduce da un festino da quello che aveva notato, visto che aveva dei baffi ritrattati sul viso. Con la tazza di Caffè fumante lo guardò con uno sguardo sghembo. Prese un pennarello e finì per ritrattargli il pizzetto e delle sopracciglia complete di ricciolino all'insù. La sua risata lo fece svegliare. << lo sapevo che non saresti riuscita a starmi alla larga ragazza! >> Disse lui cercando di baciarla. << si, in effetti morivo dalla voglia di baciare un uomo dall'alito pestilenziale che sa di alcol...è la mia ambizione personale! >> Con una mano lo spinse sul divano. Si alzò e Alissa vide che era diretto al bagno. << ALISSAAAAAAAAA! >> Posò la tazza di caffè e il pennarello non appena sentì Brian urlare. Uscì dall'appartamento come una furia mentre lui con un asciugamano intorno alla vita la rincorreva per l'isolato. Alissa riuscì a prendere la sua fedele bicicletta schizzando via mentre Brian sul marciapiede della strada le sorrideva mentre lei gli faceva una pernacchia. Quella corsa contro la furia di Brian riuscì a farla riprendere dalla sera prima. Mentre era in ufficio,e  tutti si complimentavano con lei per l'articolo che stava andando a ruba, lei non riusciva a pensare ad altro che al calcio che lei aveva dato in pieno viso a quell'individuo che le aveva afferrato la caviglia. E per la prima volta si rese conto che forse aveva fatto male, se fosse stato un ferito, anche se dubitava che una persona potesse essere sopravvissuta sotto tutta quella terra e le macerie cadute dal tetto. E poi aveva scoperto che nessuno degli addetti alla sicurezza notturna era rimasto coinvolto, quindi se non si trattava di uno di loro, di chi si trattava??? Quella domanda la tormentò tutto il giorno. Decise quindi di riandare li. Armata di uno spray al peperoncino pronta ad ogni evenienza. Le sue gambe pedalarono più forte che potevano e arrivo in una 10 di minuti. Era deserto. Lasciò la bici fuori e tornò di nuovo in quel posto che la caricava di elettricità ogni volta. Si stringeva alla sua macchinetta fotografica come se potesse proteggerla in un eventuale pericolo. Si chinò sul cratere, la terra era smossa e un buco abbastanza largo per un uomo si affondava di qualche metro. Quindi c'era davvero un essere umano sommerso li sotto. Si girò quando sentì dei rumori di passi. Si bloccò gelata. << Kevin! >> Disse lei arretrando piano. Kevin era il ragazzo, il figlio del sindaco che lei aveva contribuito a mandare in galera. << credevi davvero che ti avrei lasciata andare cosi! >> Fece finta di niente. << credevi davvero che avrebbero lasciato me in galere, il figlio del sindaco! >> Con una botta forte le staccò la macchinetta fotografica dal petto. La sbatte con forza per terra e un flash illuminò dietro di lui. stava quasi per urlare, ma la figura completamente coperta di fango e dagli occhi che brillavano le fece cenno di stare in silenzio. Lisy si portò le mani sulla bocca. << fai bene ad avere paura, io ne avrei, la tua curiosità ti porterà alla rovina, e la tua, è appena arrivata. >> Indietreggiò piano urtando il petto di un'altro uomo. La prese per le spalle. Il panico iniziò a correre nel suo sangue, più forte dell'adrenalina della sera prima. Poi fu un attimo, un grande bagliore e elettricità scaraventò tutti e 3 a terra. Lisy cercò di scappare, ma Kevin le afferrò le caviglie. << tu non vai da nessuna parte! >> Urlò lui con occhi neri iniettati di sangue. << Lasciami andare! >> Urlò lei, poi di il compagno di Kevin scomparse avvolto da una luce accecante. Si affiancò a lei. << Che cavolo succede! >> Urlò lui non sapendo dove guardare. Poi anche lui fu afferrato dall'alto e lei rimase sola. Presa dal panico corse via. La bici era circondata dagli uomini di Kevin, e la strana luce la stava per raggiungere. Corse via a piedi e ci mise meno tempo del previsto, non sapeva neanche di essere tanto veloce, credeva che le ciambelle e le torte della pasticceria le avevano ostruito tutte le vene delle gambe, e invece era ancora agile e scattante. O forse era solo la paura di morire che la faceva sfrecciare cosi veloce. Rientrò e si chiuse dentro. Brian non c'era per fortuna. Era spaventata a morte, questa volta le era andata davvero bene, avrebbe potuto morire. Prese dalla borsa lo spray che aveva portato con se e lo butto contro il muro frustrata di come si era pietrificata davanti a quello che stava succedendo. Poi ripensò al Flash della macchinetta e alla foto che aveva scattato lei la sera prima. Al computer ritrovò la foto. L'immagine non era delle migliori, era totalmente sfocata, si intravedevano solo occhi lucenti come fari. << ma che sta succedendo! >> Si buttò esausta sullo schienale della sedia. Di sfuggita riuscì a vedere un bagliore provenire dal vicolo accanto alla casa. Si affacciò tremate alla finestra, il ciuffo biondo le ricadeva sull'occhio destro. Rimase senza fiato, la sua bici era proprio li sotto!. << impossibile! >> Si fece coraggio e scese le scali prendendo questa volta lo spray in mano. Il vicolo era buio, la bici era proprio la sua, intatta come l'aveva lasciata. << credo che questa ti appartenga >> Alissa si girò verso la voce impaurita e gli schizzò lo spray in pieno volto. << o merda! ma sei pazza! >> Si dimenò lui poggiando la testa sui mattoncini rossi del muro. Stava per scappare via, quando si accorse che non la stava seguendo. << non vuoi ammazzarmi? >> si pentì subito di quella domanda. << se volevo farlo perché aspettare di farlo in uno stupido vicolo! >> Disse il ragazzo coperto di fango e detriti. Si scostò dal muro e riuscì a vedere quanto fosse alto. Ma in un attimo tutta quella montagna di muscoli cadde a terra sfinita. << tutto bene? >> Lisy i affiancò a lui che non ce la faceva neanche a stare in piedi. << vieni, entra in casa, ti devo un favore, e mi sembri stanco morto! >> Non era da lei far entrare chiunque in casa, ma l'aveva salvata, e gli aveva spruzzato addosso dello spray al peperoncino, era in gran debito. << Dio mio quanto puzzi! >> Lo aiutò a fare le scali ed entrare nell'appartamento. << li c'è il bagno, devi assolutamente farti una doccia prima di toccare qualsiasi cosa qui dentro! >> Alissa fu categorica, e lui senza dire una parola si chiuse in bagno. Era stanco, e privo di forze, l'incontro con quegli umani lo avevano privato delle poche forze che gli erano rimaste. Doveva approfittare di quell'umana, adesso era fuori dall'olimpo, doveva assolutamente tornare, non voleva stare li neanche per l'ultima cosa al mondo, e appena ritornato sull'olimpo avrebbe spaccato la faccia a Pericle per ciò che gli aveva fatto. 

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