pensieri.parole.fantasia: LA GUARDIANA E LA CREATURA ERRANTE.....mini storia parte 1 (la storia votata da voi ;-) )

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martedì 19 marzo 2013

LA GUARDIANA E LA CREATURA ERRANTE.....mini storia parte 1 (la storia votata da voi ;-) )

Le giornate di Melany erano tutte uguali. Ogni mattina si alzava con i suoi "genitori" e i suoi nonni (anche se giovanissimi) per l'allenamento. La loro non era la classica famiglia, perché loro avevano un segreto. Melany era una figlia della natura, o meglio doveva essere una figlia della natura, ma i suoi veri genitori, elfi delle foreste la abbandonarono perché nata più piccola e quindi più fragile. Durante la caccia di creature magiche, quelli che erano i suoi genitori adottivi la presero con loro, troppo disgustati all'idea di uccidere una creatura cosi piccola anche se diversa. Melany crebbe con la consapevolezza di essere una cacciatrice, anche se si accorgeva della sua impotenza rispetto alla sua famiglia cercava lo stesso di essere d'aiuto, aiutandoli a piazzare le trappole e affilare le armi. Si facevano chiamare i guardiani, gli spazzini della terra, come diceva Melany più volte quando si opponeva alla caccia. Era cresciuta in un mondo dove la fantasia era la realtà, e la realtà una sfocata fantasia. Adesso erano diversi anni che si trovavano in quella piccola città, il "lavoro" era sceso parecchio, le creature erranti erano diventate molto più brave a nascondersi. << Mel andiamo, altrimenti ci prenderanno il posto! >>. La compagna di scuola di Melany, Gabby era davanti il suo armadietto, giocava incessantemente con una ciocca dei suoi capelli corvini. << arrivo, dammi il tempo di sistemarmi >>. Melany era la classica ragazza minuta e aggraziata, il viso da fata era una caratteristica che le era stata tramandata, una di quelle uscite meglio. Si sciolse i biondi capelli (quasi bianchi), morbidi e mossi sulle spalle, tamponando la fronte con un asciugamano. Si diede un'ultima occhiata allo specchio, i suoi strani occhi grigi erano unici nel suo genere, e lei lo sapeva. Era stanca, si stancava sempre durante l'allenamento con la famiglia; cercavano in tutti i modi di far uscire in lei il potere degli elementi che tutte le fate dovrebbero avere, ma che lei non aveva. Una sola volta era riuscita a creare un piccolo tornado nel palmo della sua mano, ma questo le provocò un'emorragia. più le stavano addosso più non riusciva a concentrarsi. Non erano cattivi genitori, ma volevano fare di lei l'arma speciale che volevano ma che non sarebbe mai diventata. << il compito in classe è stato un vero disastro >>. Disse Melany. << certo che è andato male, se passi le giornata bocca a bocca con Darren >>. Darren era il suo quasi ragazzo, si frequentavano da poco. << smettila, non è cosi, ci stiamo ancora conoscendo! >>. Si portò timidamente una ciocca bionda dietro il piccolo orecchio leggermente allungato sulla punta. << si, come no, stai conoscendo le sue labbra....mua mua mua...... >>. L'amica chiuse le labbra simulando un bacio. Entrarono in sala mensa, Darren le aspettava sedute al tavolo in fondo. << ciao, credevo non veniste più! >>. Si avvolse a Melany con troppo invadenza, e questo non le piaceva. Era uscita con lui solo perché i suoi genitori l'avevano costretta a comportarsi il più normalmente possibile se voleva finire l'anno e diplomarsi oppure partire di nuovo alla ricerca di creature erranti. Durante il pranzo il suo sguardo si fermo ad un paio di tavoli più in la. Aveva imparato a riconoscere ogni tipo di odore, da quello umano a quello errante, e li c'era un odore di sale e muschio che non aveva mai sentito, ma sapeva a cosa apparteneva. Vide un ragazzo, incappucciato, non riusciva a vedergli il volto, eppure qualcosa la richiamava a lui. << cosa guardi? >>. Darren era molto geloso anche se non erano neanche fidanzati. << niente perché >>. Si rigirò quando la scia di odore sparì all'improvviso. Forse era solo stanca. << sarà meglio >>. Melany si alzò battendo le mani sul tavolo. << non mi piace il tuo comportamento, non sono una tua proprietà >>. Gabby alzò le mani. << dai ragazzi, calmatevi! >>. La bionda mezza fata si alzò, non voleva sentire altro. Passò davanti al tavolo di quello strano ragazzo e non guardando dove metteva i piedi andò a sbattere contro una sedia, facendo cadere i libri che portava in mano.  Due dita sfiorarono le sue, era il ragazzo incappucciato. non riusciva a guardarlo bene, aveva il collo coperto da una sciarpa e la felpa blu con il cappuccio, ma notò subito i suoi occhi, Blu zaffiro come il mare, un blu che nessun'altro aveva, sembrava quasi muoversi come le onde del mare. << grazie >>. disse lei imprigionata in quello sguardo. Notò che Darren stava già prendendo il via, e senza dire altro se ne andò diretta a casa. tornata a casa ci fu un altra giornata di duro allenamento. << quante volte devo dirtelo che devi impegnarti di più >>. Si tolse con il dorso della mano dei rivoli di sangue che le scendevano dal naso verso il mento. << faccio ciò che posso, se mi hanno abbandonato un motivo ci sarà >>. Il tono arrogante non scompose suo padre. << tu sei una guardiana, sei stata allevata come tale, e devi dare il meglio di te >>. Non ne poteva più di quella solfa. << forse non sono tagliata per fare questo >>. Il volto di suo padre si fece scuro, stava per dirle qualche cosa quando suonò il campanello. << vado io, per oggi ho chiuso >>. Tutta sudata andò ad aprire la porta. Si trovò davanti un ragazzo, uno stupendo ragazzo. << ciao, ci siamo scontrati oggi a scuola, hai dimenticato di raccogliere questo >>. Le porse il quaderno di Poesia. I suoi occhi si fecero subito largo, cosi familiari, ma fu il resto del viso a farle trattenere il respiro. Il suo viso era perfetto, una carnagione chiara e liscia tanto quanto la sua, gli zigomi perfetti e le sopracciglia chiare incorniciavano un viso perfetto. << Grazie >>, disse timidamente non togliendogli gli occhi di dosso dalle sue labbra carnose. << ok, io comunque mi chiamo Jared >>. lei tese una mano, e di nuovo una zaffata di sale e erba fresca le invase il cervello. Conosceva quel profumo, ma non ricordava dove lo avesse sentito. <<Melany >>. Rispose lei con aria dubbiosa e sognante. << bhè, allora ci vediamo in giro >>. Avrebbe voluto dirgli tante cose, dove abitasse, quale fosse il suo cognome, ma la sua mente era bloccata da quel profumo, lo aveva già sentito. stava per scendere l'ultimo gradino della scala quando lei gli disse: << questa sera c'è una festa in spiaggia, vieni a farci un giro >>. Si tirò il cappuccio ancora di più sugli occhi. << non mi piace il mare >>. Il suo volto era duro, come se gli avesse detto una cosa sbagliata. << ok, ma se cambi idea mi trovi la >>. Se ne andò così, senza dire nulla, lasciando Melany con mille domande e un solo pensiero fisso, cosa nascondeva quello strano ragazzo?. Quella sera i suoi genitori uscirono a caccia; a quanto le avevano detto un branco di tritoni e sirene si aggirava nei pressi del grande lago. Sirene, aveva già visto delle sirene, e non erano affatto caute e delicate come la gente normale le immaginavano. Jared fu nei suoi pensieri fino all'arrivo in spiaggia, Melany aveva fiuto per chi era diverso, e lui faceva scattare ogni campanello nella sua testa. Oppure era solo un pretesto per volerlo vedere ancora, lei optava di più per la seconda. 

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