pensieri.parole.fantasia: LA CACCIATRICE IMMORTALE.....mini storia parte 4

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lunedì 11 febbraio 2013

LA CACCIATRICE IMMORTALE.....mini storia parte 4

Fenicia............................

Questo era il mio vero nome, non vedevo altra vita alle mie spalle, tutto era cominciato da li, ero morta e rinata sotto altre spoglie, spoglie immortali. Avevo tutta la conoscenza della mia vecchia vita, ma nessun ricordo specifico. Era una cosa magnifica. Mi sentivo viva, libera, potente. Poi il mio pensiero si fermò sulla mia bocca, dove quattro denti tozzi e bianchi si facevano strada tra le rosse labbra. Avevo fame, tanta fame, e volevo assaporare di nuovo la sensazione di sentire una vita dentro di me. Mi avviai svelta, la criniera rossa si muoveva fluida sotto la mia corsa che sfidava le leggi della fisica. Nella mia corsa non vedevo nulla, solo pallide strisce che rappresentavano le cose. Poi tante scie rosse mi apparvero davanti come un lenzuolo davanti ad un toro. Mi fermai davanti ad un piccolo pub. Lo riconoscevo, sapevo che c'era un piccolo gradino smussato che dovevo evitare, ma non avevo alcun ricordo del posto. Aprii la porta. La mia vista fece diventare tutto grigio e guardai con quegli occhi nuovi tante fonti di calore, di nutrimento, che una volta vedevo come persone, e che ora per me non erano altro che cibo. La vista tornò normale, Dovevo attirare l'attenzione e notai intorno a me tante onde rosa che uscivano dai palmi delle mie mani. Tonalità di viola e lilla danzavano intorno a me. Sollevai i palmi, sapevo di cosa si trattava, l'arma più potente che una creatura immortale disponeva oltre la ferocia. Le scariche di feromone. Puntai la mia preda, che non mi staccava gli occhi di dosso da quando ero entrata. Un ragazzo moro, alto e dal viso molto dolce. Soffiai sui palmi nella sua direzione, e la scia di incanto e frenesia lo circondò e si espanse in tutta la stanza; entrando dolce in ogni parte del suo viso. Mi avvicinai a lui, ormai era mio. Mi guardava come se volesse mangiarmi con gli occhi, che ironia, era proprio la stessa cosa che provavo io; ma in due modi completamente diversi. << dimmi chi sei >>. Chiese il ragazzo che mi baciava il collo scatenando in me ancora di più la voglia di nutrirmi. << io >>. La ma voce era cosi nuova eppure la stessa. << non ti servirà saperlo, perché non sarai qui tra poco >>.  Sul mio viso si ritrattò un sorriso meschino, e non avevo rimorsi di ciò che avevo detto. Lui sorrise con me. << dimmi cosa vuoi mio fiore, e ti darò tutto ciò che vuoi >>. I miei occhi si iniettarono di rosso e le vene nere decorarono il bianco candido intorno all'occhio. << voglio che tu allunghi il tuo polso verso di me >>. Lui lo fece. Con l'indice gli sfiorai le labbra. << schhh, non fare rumore, fai il bravo ok! >>. Non lo feci neanche rispondere che i quattro denti si infilzarono nella sua tenera carne. Il suo sangue entrò in circolo e frammenti della sua vita, delle sue emozioni si ripresentarono nel mio cervello, come se gli stesso leggendo l'anima. Presa dalla foga passai al collo e per poco credetti di averglielo rotto per quanta forza gli misi nell'addentarlo. Lo guardai accasciarsi a terra, il suo sangue era davvero nettare, peccato che fosse già finito. Mi sedetti sullo sgabello del pub come se niente fosse, mi specchiai e con delle salviette tolsi il sangue sul mio volto. Mi voltai dalla parte della sala, il gomito poggiato sul bancone e con il pollice sulle labbra mi leccai via le ultime gocce di quel nettare. Le altre persone che erano nel locale erano li, ferme immobili e impassibili, con i polsi rivolti verso di me. Era evidente che la mia polvere di feromone aveva intrappolato tutti in quel locale. << prendi me >>. Disse una giovane donna. << no, ti prego prendi me! >>. Iniziai a ridere fragorosamente. << calma, calma, ce ne sarà per tutti ahahahahah >>. Mi sembrava di essere in un negozio dove tutto era gratis. Feci avvicinare una ragazza, che si poggiò sul bancone, il collo in bella vista, era cosi facile, e non esitai, la divorai d'un fiato, divorai tutti nel giro di un ora. << grazie ragazzi, è stata proprio una bella festa >>. Mi girai ironicamente verso la porta salutando prima di far saltare in aria tutto il locale.Ero davvero sazia, sazia e soddisfatta. Camminavo per strada con il mio nuovo completo di maglia e jeans di marca , regalo di una delle ragazze che si erano offerte a me, di certo non potevo andare in giro sporca di sangue. Mi godevo la città con i miei nuovi occhi, mi godevo la vita come non mai, quando una sagoma in una discoteca fuori città mi riportò a galla un ricordo, io conoscevo quel viso. La seguii fuori il locale, ma era già scappata. Annusai l'aria, l'odore era forte, non era umano, era diverso; animale. Un odore simile al mio, ma non del tutto. Cercai in giro per tutta la notte e poi fu lei a trovare me. Era immersa in corpi dilaniati. Un mostro si alzava stracciando ancora carne. Si alzava potente sulle zampe posteriori. Le braccia simile a quelle umane ma con armi più taglienti delle spade al posto delle mani. E un muso di lupo, ma più cattivo, mille volte più cattivo. Il suo pelo si rizzò grigio scuro sulla schiena, e mi ringhiò contro facendo esplodere le finestre intorno a se. La mia pelle da avorio diventò grigiastra, le mie unghie si allungarono. Era un licantropo, ma non aveva idea contro chi stava per battersi. Eppure una sensazione strana mi balenava nel cervello. Mi sembrava quasi familiare. 

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