pensieri.parole.fantasia: sangue chiama sangue....mini storia parte 7 FINE

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mercoledì 5 dicembre 2012

sangue chiama sangue....mini storia parte 7 FINE

Quando entrai non riuscii a trattenere un brivido lungo la schiena. IL padre di Syria era attaccato al suo collo e succhiava il suo sangue. << ma cosa.... >>. Lei si divincolò, ma senza riuscirci. Corsi subito verso di lei ma niente, con un pugno mi fece volare via. << impossibile! >>. Poi notai che al suo braccio aveva infilata una siringa. << quando finii il progetto su Syria mi impiantai io stesso questo virus, ma non è sufficiente, sparisce in poco tempo, ma ora, grazie al tuo sangue, combinato al suo, sarà permanente >>. Si era iniettato un cocktail di sangue mio e di Syria nelle vene, e ora si era anche nutrito. Tornai su di lui, quando mi accorsi che iniziò a tremare quasi in preda alle convulsioni  e tirando più forte che potevo presi lei tra le braccia. Iniziò a urlare, i capelli grigi iniziarono a cadere, lasciando la sua pelle ruvida e di un grigio pallido. I denti iniziarono a cadere uno a uno, pensai che il nostro sangue gli avesse provocato una qualche reazione negativa, e lo attaccai. Bloccò il mio pugno con una mano. La strinse talmente forte da spezzarmela. Lo fissai e non c'era più niente di umano ne di vampiro in lui, era diventato un animale, un essere ripugnante e assetato di vite, sia umane che vampire. Nella sua bocca tante file di denti affilati come rasoi mordevano l'aria. Occhi iniettati di sangue mi fissavano. Mi scaraventò a terra, cercando di mordere dove gli fosse stato possibile. Syria arrivò alle sue spalle e lo pugnalò con una mano dietro la schiena. Questo mi diede il tempo di alzarmi da terra e prenderlo alle spalle. Con un pugno gli spezzai la colonna vertebrale. Si accasciò a terra, ma dopo pochi istanti si rialzò completamente guarito. Syria si avventò di nuovo su di lui, era più veloce di me e affondò i denti nella sua carne. Lo feci cadere dandogli un calcio elle gambe. Si afferrò a me con le sue lunghissime unghie affilate squarciandomi una spalla. Syria ancora sulle sue spalle gli conficcò le sue unghie nel petto. Iniziai a colpirli il viso, pugni che avrebbero distrutto un muro blindato, ma su di lui non facevano effetto. Mi staccai da lui e lei lo scaraventò lontano. << non riesco ad arrivare al suo sangue, la sua pelle è troppo dura >>. Mi avvisò. << io non riesco a ferirlo >>. Dissi combattuto. << ascolta bene...... è impercettibile, ma è un battito >>. Chiusi gli occhi e per un nano secondo un suono quasi impercettibile mi arrivò all'orecchio, e poteva essere solo lui, un cuore. << dobbiamo cercare di arrivare al suo cuore >>. Disse lei, con occhi viola incandescenti. Lo presi alle spalle con tutta la forza bloccandogli le braccia, ma con un calcio Atterrò Syria. Era una creatura orribile, solo una mente malata poteva partorire un idea del genere. Mi allontanai e aiutai lei a rialzarsi. << ti avevo promesso che non ti avrebbe fatto ancora del male, ti chiedo scusa >>. Suggellai con lei un ultimo bacio, su quelle labbra che sapevo mi sarebbero mancate più del sangue. Tornai verso di lui e gli bloccai questa volta braccia e gambe. << fallo Syria, prendigli il cuore, uccidilo ora >>. Urlai a squarciagola, mentre la creatura di dimenava sbattendo i sui denti di squalo e urlano in modo disumano. Mi guardo con le lacrime agli occhi, arresa. << io....io non posso >>. Strinsi ancora più forte la presa. << devi farlo, devi ucciderlo, ci sarò io con te d'ora in poi >>. Abbassò la testa. << sei un bugiardo >>. Credevo che il suo odio per suo padre non gli facesse notare il fatto che se avrebbe trafitto suo padre avrebbe trafitto me. Doveva raccogliere tutta la sua forza per ucciderlo, e cosi facendo sarebbe arrivata ance al mio di cuore. Le sorrisi. << non potrei mai vivere sapendoti in pericolo, fallo ti prego >>. Sapevo benissimo che sarei morto, un colpo al cuore uccide anche noi, ma per lei sarei morto volentieri, almeno il suo futuro non sarà più buio. Alzò un braccio tirandolo indietro. "Ecco, cosi brava ", pensai mentre chiudevo gli occhi e annusai il suo dolce profumo un ultima volta, solo una cosa avrei rimpianto della morte, il fatto di non condividere l'eternità con lei.  Inspirai un ultima volta, ma quello che sentii non era quello che mi aspettai, Dylan mi scaraventò dalla parte opposta della sala prendendo il mio posto. Mi guardo per un ultima volta, mi fece l'occhiolino sorridente come sempre. Syria era già in corsa e non avrei potuto fermarla neanche volendo. tentai una corsa invano, ma il braccio di Syria si era bagnato ormai di sangue rosso e nero. Tirò indietro il braccio tirando fuori il cuore della creatura, e con rabbia e lacrime lo strinse nel suo pugno tanto da farlo esplodere. Arrivai alle sue spalle, e lei incredula mi abbracciò forte, un abbraccio che era la cosa più bella che avessi mai provato. Poi ripensò al cadavere dietro suo padre, tolse al volo la carcassa morta del mostro e si inginocchiò accanto a Dylan che stava morendo. << mi dispiace, è tutta colpa mia >>, disse lei premendo sulla ferita. << lascia stare piccola, tu hai bisogno di lui, e lui di te >>, tossi forte, il sangue colava dalla sua bocca, eppure lei non ne fu attratta, aveva un controllo pazzesco. << ho vissuto abbastanza, e sono morto combattendo, questa è la morte che volevo >>. Tese una mano verso di me, mi abbassai per prenderla, e una lacrima usci dal mio viso. << grazie fratello >>. Dissi con voce tremante. Lui annui, e poi si spense tra le mie braccia. Per la prima volta in vita mia sapevo che sapore avessero le lacrime. Lui era mio fratello,lo conoscevo, e lo avrebbe rifatto cento volte, era un guerriero, ed era morto con onore combattendo, lo avrei ringraziato per tutta la mia esistenza, per avermi concesso di stare con la persona che amavo. Uscimmo fuori dal palazzo. l'esplosione fece giorno in tutta la città, l'incubo ormai era finito, e gli umani sarebbero tornati tali senza più sangue di vampiro in circolazione. Guardai la mia bella vampira dagli occhi viola, la strinsi forte a me, più preziosa di un tesoro, da ora in poi niente e nessuno mi avrebbe mai più separata da lei, e se ci avessero provato sarebbe stato il giorno in cui sarebbero morti.                        FINE

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