pensieri.parole.fantasia: sangue chiama sangue...mini storia parte 5

Translate

sabato 1 dicembre 2012

sangue chiama sangue...mini storia parte 5

La città era stranamente silenziosa.....troppo per i miei gusti. tornai al mio casato, ma nessuno volle ascoltarmi, si rifiutavano di combattere, si rifiutarono di accettare Syria, avevano paura che li avrebbe dissanguati tutti nel sonno, dopo che avevano scoperto cosa era in grado di fare. Solo uno accettò il mio fratello acquisito, colui che mi aveva tirato fuori tante volte dalle mani dei bracconieri.Dylan. Era piccolo di statura, ma la sua agilità e scaltrezza nella guerra lo rendevano grande e molto pericoloso. ci trasferimmo nel mio appartamento nascosto sotto un palazzo già in uso. <<potete poggiare le vostre cose dove volete, scegliete una stanza >>. Non che eravamo li per una vacanza, ma almeno eravamo protetti e con tutti i confort. << Cal, ci servono armi per ciò che hai in mente, tante armi! >>. Mi guardava cupo, era una missione difficile, ma qualcuno doveva pur farla, non potevamo più restare nascosti nell'ombra e aspettare che quello psicopatico desse vita a una nuova razza di vampiri. Una era più che sufficiente. Syria ci raggiunse e poggiò sul tavolo una mappa. << questa l'ho presa prima di fuggire, ci sono tutti i passaggi, tutti i condotti e questo è quello più accessibile, per le porte a codice cii penserò io >>. Sentirla parlare cosi mi riempiva il cuore di gioia, era cosi forte da farmi quasi paura, e scommetto che se lo avesse voluto davvero mi avrebbe fatto a pezzi. << bene, restano solo le armi >>. Mi diressi verso il muro dietro di noi. era un falso muro, lo spostai e Dylan sembrò entrato nel paese dei balocchi, i suoi occhi castani brillarono di gioia. << questo si che è un arsenale, bene, allora domani sera appena farà buio ci muoveremo >>. Mi sedetti su divano, Syria mi affiancò. << scusami per la tua famiglia, sono riuscita a rovinare anche la tua >>. Il suo sguardo era pieno di rammarico e dispiacere. << la famiglia è una cosa molto soggettiva per me, i miei sono morti molto tempo fa, e non cerco rimpiazzi, loro sono come fratelli, ma non sono la mia famiglia, l'unico di cui mi fidi davvero è Dylan >>. si voltò per guardare il piccolo uomo dai capelli oro che lucidava e preparava le armi per domani. << ti va di allenarti un pò con me? >>. le proposi quella stupidaggine, ma era troppo pensierosa e volevo solo che si rilassasse un pò. << certo >>, la portai ancora più giù, dove avevo creato una specie di palestra privata. << non ti trattenere>>. dissi. <<o tranquillo, non è nella mia natura! >>, un largo sorriso prese il via su quella faccia crucciata, talmente bello da intrappolarmi. Mi fiondai su di lei ma tirai a vuoto, era sparita. Cercai intorno ma non c'era più, poi me la ritrovai con i piedi sulle spalle e con le braccia mi intrappolò. Non riuscivo più a muovermi, ero paralizzato. che creatura magnifica. Mi buttai a terra ma sbattei solo la mia schiena, lei spari di nuovo. Ma una volta era bello il gioco, la cosa che mi rendeva pericoloso era che non commettevo ma due volte lo stesso errore. chiusi gli occhi e mi concentrai, anche se vampira aveva un cuore umano,e si sa, il cuore batte, anche se il suo era un battito diverso, più calmo. Mi girai di scatto alla mia destra, e prendendola alla gola la scaraventai a terra. I suoi occhi brillarono di viola. erano due giorni che si era nutrita del mio sangue e da allora non lo aveva più toccato. << sei debole, la volta scorsa era più forte >>. La aiutai a rialzare. << questo è il mio punto debole, ho bisogno di più sangue di voi, il mio organismo lo brucia subito, devo nutrirmi più volte >>, Più combatteva, più bruciava energie. << non mi nutrirò di te se è questo che pensi, una volta  più che sufficiente >>. La tirai verso di me. La sua pelle si venava di viola, ma erano quasi invisibili da vedere a occhio umano. << si, come no!e tu vorresti combattere in queste condizioni>>. Si ritrasse. <<sono abbastanza forte >>. La raggirai, e la atterrai dandole un calcio dietro le gambe, le presi la testa da sotto il mento tirandola verso di me. Mi avvicinai al suo orecchio. << non ti permetterò di farti del male >>. Si voltò delicata, sapeva che avevo ragione. << domani, domani lo farò >>. Era testarda e cocciuta. Ma volle continuare ad allenarsi. e lo facemmo per tutta la notte, finchè non svenne stanca tra le mie braccia alle prime luci dell'alba.

Nessun commento:

Posta un commento

Ditemi la vostra...aspetto i vostri pareri ;-)